Di roccia di neve di piombo



Autore:Andrea Nicolussi Golo
Editore:Priuli & Verlucca
Pagine: 149
Anno: Novembre 2016
Prezzo: € 17,00


Di roccia di neve di piombo

 

Con le parole si dipinge!
Si dipingono istanti sospesi nel tempo, affreschi dell’anima, emozioni, memorie, profili e miserie umane, pezzi della nostra storia, poesie e sogni; lo ha fatto Andrea Nicolussi Golo in questo libro regalando intense icone di vita.

Nella semioscurità gelatinosa, ormai vicino alla perdita dei sensi, ora egli distingue con precisione il battere aritmico del suo cuore, sempre più flebile e poi di colpo, contro la sua stessa volontà, l’aria fredda che irrompe e intiepidisce in fondo al palato e scende a riempire i polmoni. Finalmente! Forse è così che si muore, di certo è così che si vive…”.

“…sfiata con la forza di un capodoglio, …I moccoli dell’autista precipitano più fitti dei fiocchi bianchi che volteggiano nell’aria. La neve, sorda a tanto rancore, piroetta leggera e inconsapevole; e piano piano si posa a ridipingere il mondo. Purezza inutile la neve. Verginità sprecata.”.

““… i suoi quasi settanta anni, che sino a quel mattino aveva portato con noncurante disinvoltura, ora gli scorticano le spalle come uno zaino messo male.”.

“Lento, cammina lento, un passo dentro a un passo, un passo accanto a un passo, un passo sopra un passo… i pensieri sono un nugolo di moscerini rumorosi…”.

“L’uno e l’altra camminano distanti, ognuno con il proprio sacco di pensieri, come due gocce d’olio in una pozza d’acqua, ognuno solo.”.

“… rallenta il passo, si guarda attorno, carne assorbente, avido, il suo corpo si imbeve di montagna…”.

“Li vuole dalla montagna i suoi schiavi la fabbrica, li vuole dalla montagna perché sono più resistenti, ma soprattutto sono silenziosi. Quelli della montagna parlano di rado, sul lavoro mai.”.

“Il giorno in cui si parte per davvero, il taxi aspetta senza spegnere il motore, un vento da ponente, gelido, miagola agli incroci delle vie e accumula nuvole nere attorno al Sas Maor e foglie morte e cartacce ai lati delle strade. E’ un addio, è un addio!”.

“Ad Agosto. Un cimitero immenso senza nomi, bruciato d’arsura, e la città vuota come il set di un film mai girato. Ad Agosto a portare un fiore, domenica pomeriggio, sulla tomba di un uomo che ti ha insegnato la roccia e il vento. Di tuo padre, quelli sono rimasti intatti: la roccia e il vento.”.

““… la fine del turno non arriva mai improvvisa, ogni minuto è rotto in secondi e non è mai l’ultimo secondo. In fabbrica la fine di ogni turno è il momento più scellerato, il cervello inizia il conto alla rovescia e le mani sbagliano, spesso senza rimedio. Sono un tempo senza una misura i minuti alla catena, un tempo molle, ampio, dilatato, che consuma la vita con crudele rapidità.”.


Gennaio 2016, Abbazia di San Michele. “Non dovevi raccontarla a me questa storia, … io non ti ho sentito, non ti assolverò mai! Mai! Ricordatelo bene, mai! E non ti perdonerò”; l’abate urla a uno dei protagonisti. Con una assoluzione mancata e negata prende il via il racconto di Andrea Nicolussi Golo. E l’abate si spingerà oltre il suo segreto d’ufficio. Quanto grossa l’avrà combinata il “tedesco”? Siamo negli anni 70’, quando dalle montagne si esula in cerca di lavoro e di futuro, siamo negli anni del “progresso” annunciato e sognato, siamo negli anni del sogno libertario che diventa presto incubo, della speranza di riscatto per la classe operaia che per vie misteriose, subdole e nascoste produce mostri; “padroni” contro la classe operaia, “compagni” contro il sistema, scioperi, volantinaggio, crumiri, lotta sindacale che diventa chissà come lotta armata che diventa chissà come Brigate Rosse. Cinque personaggi che si incrociano nelle tribolazioni della fabbrica dove “il cervello è capace di traballare come una sedia sghemba, sciabordando dentro il cranio come l’acqua in una bottiglia piena a metà”; con loro vivremo le tribolazioni di quel periodo che fingiamo di non conoscere, le speranze che vivono e si dissolvono tra amicizia, scontri politici, illusioni e fughe in montagna. E la montagna, sempre presente nello sfondo della storia, da dove provengono molti dei personaggi, dove ritornano per scrollarsi di dosso le tensioni, le rabbie e le infinite giornate della fabbrica. Nives, capelli rossi e occhi di fustagno verde, nata all’ombra delle Pale di San Martino; è lei il personaggio intorno cui ruota la storia, lei che come gli altri, fa tenerezza e non si finisce mai di conoscere e capire come pensa, come pensano. Crediamo di conoscere come è finita quell’epoca, (siamo certi che sia terminata poi?); tra tenerezze, incertezze e dubbi, sogni infranti che diventano incubi la storia si aggroviglia e si complica, i nostri amici si perdono alla ricerca di scampoli di vita e solo un grande imprevedibile finale ci consegnerà la chiave di lettura di tutto l’intrigo. Intimo e potente, colmo di introspezione, il racconto di Andrea Nicolussi Golo ci fa vivere dal di dentro un momento buio della nostra vicina storia, ci da una chiave di lettura del sorgere degli oscuri meccanismi che hanno trasformato i sogni esaltanti e innocenti, forse dovuti anche, di tanti in delusioni, frustrazioni ed incubi.
Quando il silenzio è colpa.


Informazioni aggiuntive sul Libro:
Autore: Andrea Nicolussi Golo
Editore: Priuli & Verlucca
Pubblicazione : Novembre 2016
Prezzo: 17,00
Formato: 20 x 12,5
Pagine: 149
ISBN: 978-88-9857-790-0

 

 


Scritto da: Doriano


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